Bartolomea di Tommaso degli Obizzi (d.1426) was born in Lucca to a noble family and in 1389 she married Florentine patrician Antonio degli Alberti (c.1363-1415). She was a devoted follower of the Dominican preacher Giovanni Dominici (1356-1419) who dedicated a number of books to her. In November 1400 a conspiracy to overthrow the Florentine Republic was discovered and Bartolomea’s husband along with other male members of the Alberti family were arrested. He was later exiled and she was forced to raise their four children alone in Florence in very straightened circumstances. The present letter is one of 15 written by Bartolmea degli Obizzi Alberti, copied by a nun from the Convent of Santa Lucia in 1518.
Pian dei Giullari outside Florence near the Paradiso degli Alberti, which belonged to Alberti
Letter of Bartolomea degli Obizzi Alberti to a female friend about reading:
“Ogni volta che io parlo, o odo parlare sopra materie che non sieno molto materiali finito tal parlare & raccozomi con meco, parmi la detta materia meglio intendere che quando la practicava. Partita che tu fusti, ne’ ragionamento che facemo sopra il leggere & ritornandomi il detto ragionamento per la memoria, mi parve comprehendere che quante volte sopra cio n’abbiamo ragionato gia mai nonn a inteso l’un l’altro & pero seguita che ogni volta ne siamo da capo. Io ti lodo il legere nelle cose utili, io nonn o saputo dimostrare qual chiamo veramente utile, ne penso sapere dire, ma pure me ne sforzero. Dico che l’utile leggere chiamo quello che e cagione di ricogliere la mente dalle cose inutile & farla sospendere nelle cose utili & non dico badare nelle cose utili, ho anche exultare, pero ch’io penso sia assai differentia dal’uno acto all’altro di questi tre maximamente dal primo agli altri dua. Il vero & necessario acto utile della mente intendo che sia quando si diriza nel conspetto della divina maesta con cognoscimento di se & infiammamento di desiderio di lui, delle quali due cose mi pare che seguiti, humile & fervente orare, in quella brevita del tempo che la mente nel divino conspetto dirizata. Et parmi ad me che trovando noi nel nostro leggere, una parola che la detta mente facesi levare, che non la dobbiamo di subito trapassare, ma oltre al primo silentio che noi dobbiamo porre in su quel puncto a lleggere, perche la mente non sia dagli atti steriori impedita. Dico che ogni volta che la sentiamo essere ricaduta dal detto levamento mi pare che dobbiamo sforzarci di rilevarla co’ rileggere la detta parola che prima la fece alzare, se rialzare per tal via piu si puo. Et perche meglio c’intendiamo io dico se infra tutte le scripture del vecchio & nuovo testamento io trovassi sola una parola che facessi in me tanta virtu che ogni volta che io la leggessi levassi la mente nel modo detto, giamai non vorrei ire piu oltre & se pure io vi andassi, reputo che verrebbe da vanita non poco nociva & degna di gastigatione. & perche e libri li quali assai mi hai udito lodare oltra il mostrare el rimedio della purgatione de’ vitii overo insieme col mostrare il detto rimedio, mi pare che adoperino quest’ altro effecto, di dirizare la mente a chi adiutare la puo in tanto bisogno la inferma anima che aiutare non si puo per se medesima & ogn’ altro rimedio glie scharso percio lodo leggere quegli. & se non fussi questo secondo effecto che io dico che mi pare che adoperino, non direi che fussi di bisogno tanto rileggerli. Hora chi trovassi el primo & secondo effecto, leggendo non che gli altri libri da sancti ordinati & fatti, ma in nel cantare d’Orlando o in clonaca di Firenze, consiglierei che il loro exercitio mettessino non trovando simili effetti in quei piu acti accio. Et perche di sopra dico ch’io penso sia differentia fra il fare la mente badare nelle cose utili et exultare & sospendere, voglioti dire quello ch’io intendo il badare & l’exultare, che del sospendere ho detto. Parmi che’l badare si possa chiamare quando la mente va scorrendo sopra quello che legge secondo che scorre la lingua o l’occhio in su libro non raccogliendosi in niuna parte, badasi in quello & non bada in peggio et poco frutta o vero non puncto credo che di tale leggere segua. L’exultare reputo che sia quando trovando nel nostro leggere molte cose utili le quali noi intendiamo l’una doppo l’altra & in niuna ci fermiamo, per lo dilecto che sente l’anima di quello intendere
Alhora che la detta anima ripiena di stupore sente una festereccia allegrezza in se medesima non so pero che molto fructo trahendone pero che il seme necessario ad dovere fare degno frutto ne terreni pieni di spine come quello di chi ti parla scrivendo mi pare che voglia essere piutosto compunctivo che’l rallegrativo, perche l’uno genera humilita con pietose supplicationi & l’altro mi pare che posssa portare pericolo di generare una bestiale reputatione & vanita. Deo gratias. Amen.”
Ricc. 1414 fols 249r-250v
Transcription by Lisa Kaborycha
RESOURCES
Battista, Giuseppina. L’educazione dei figli nella Regola di Giovanni Dominici (1355/6-1419) Florence: Pagnini e Martinelli, 2002, esp. pp. 90-94.
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Bornstein, Daniel. “Spiritual Kinship and Domestic Devotions,” in Gender and society in Renaissance Italy, Judith C. Brown and Robert C. Davis eds., London; New York: Longman, 1998, pp.173-192.